Mostra : Paesaggio Veneto fra idillio e spazzatura

L’idea di un paesaggio veneto idilliaco e bucolico che da sempre vive nel nostro immaginario e che ci ha più volte permesso di definire orgogliosamente la nostra regione come una fra le più belle del territorio italiano, rischia di trasformarsi in un ricordo nostalgico.

Pochi purtroppo  sono rimasti gli ambienti inviolati e poche sono le foto che li raccontano.

Amaramente, ma coerentemente con lo spirito del Circolo, il territorio è stato scandagliato alla ricerca dei segni più o meno evidenti dello scempio: in queste immagini sono condensate tutta la critica e la denuncia, non prive di una malinconica presa d’atto, dello scarso rispetto che spesso l’uomo ha nei confronti della propria terra.

L’atteggiamento prevalentemente critico assunto dagli autori di Fotoricerca nel trattare  un  tema tanto attuale, mette in evidenza il loro attaccamento nei confronti di un paesaggio che vorrebbero protetto e salvaguardato, ma che l’incuria e la superficialità del singolo o il mero interesse economico, hanno a volte scandalosamente deturpato.

E ancora una volta la fotografia si pone come campanello d’allarme, come strumento di denuncia  nei confronti di una situazione che dovrebbe suscitare inquietanti domande sul futuro che stiamo costruendo per le generazioni a venire e che di fatto ci  sta defraudando di uno dei beni più grandi: il nostro  territorio.

Luca  Artusi – “Neve”

Le foto di Luca Artusi sono un distillato della poesia che scaturisce dal paesaggio invernale. Le immagini più descrittive ci fanno recuperare sguardi infantili, quando veder cadere la neve appariva magico ed esaltante. Quelle ravvicinate diventano più concettuali e, per l’autore, metafora della vita :  pochi elementi  a fuoco ci guidano verso una direzione chiara, mentre la maggior parte di ciò che ci circonda rimane confuso e sfocato.

Paesaggio Veneto-Luca A.

Ginpietro Bevilacqua – “Piccole Dolomiti”

La montagna come elemento naturale che fa da cornice al nostro vivere. Le dimensioni della stampa sono un omaggio alla bellezza del paesaggio e la visione panoramica, quindi complessiva, ci permette di percepire solo gli aspetti positivi di un ambiente che abbiamo visto in altre foto profondamente offeso.

Paesaggio Veneto-Gianpietro B.

Raffaella  Bolla  –   “Ninfee”

Realtà e finzione, vero e falso, idillio e spazzatura. Da lontano il paesaggio si mostra piacevole e sereno, nell’avvicinarsi si scopre tutto lo scempio e l’incuria di cui è capace l’uomo. Ma il messaggio va al di là degli aspetti puramente descrittivi ed include  l’invito ad avvicinarci alla realtà, a non rimanere in superficie ma a capire più in profondità ciò che ci circonda. Il trattamento un po’ forzato è funzionale all’espressione: quasi disturba, come dovrebbe disturbarci un ambiente così ridotto.

Paesaggio Veneto-Raffaella B.

Cinzia  Burtini  –  “Nevi d’artificio”

L’impatto ambientale non sembra essere una priorità di fronte alle forti motivazioni economiche che spingono l’uomo, nel suo delirio di onnipotenza, a sostituirsi al cielo. Scatti come metafora della sua incapacità alla rinuncia, del suo bisogno assoluto di raggiungere l’obiettivo anche a costo di schiavizzare la terra, dimenticando di averla avuta soltanto a prestito. Le inquadrature azzardate e il colore alterato raccontano di questa forzatura e suggeriscono di valutare se non siano opportune scelte più sostenibili.

Paesaggio Veneto-Cinzia B.

Meri  Cecchetto  –  “Statale 11”

L’autrice posa lo sguardo su un ambiente assolutamente consueto, come la strada che ci accompagna al lavoro, per farci prendere coscienza di quanta inutile bruttura ci circonda e di come la nostra assuefazione sia totale. Sono foto di una desolazione assoluta, resa ancora più evidente dalla scelta cromatica che esaspera gli elementi più rappresentativi di un disordine urbano che diventa disordine mentale.

Paesaggio Veneto-Meri C.

Claudio Crestani – “Dimore”

Fra gli elementi costitutivi di un paesaggio, le abitazioni occupano sicuramente un posto di rilievo. E non importa siano esse malghe o ville se sono ben inserite nell’ambiente. L’autore nell’avvicinare le une alle altre, sembra riconoscere ad entrambe pari dignità, senza competizioni o graduatorie.  La monumentalità delle ville non schiaccia la semplicità delle malghe, ma entrambe acquisiscono un senso dalla loro funzionalità e dal rapporto con l’ambiente in cui sono armonicamente inserite.

Paesaggio Veneto-Claudio C.

Franco Gualtieri – “Nebbie”

Atmosfere ovattate, quasi magiche, di cui solo in rari momenti possiamo godere. Il merito dell’autore sta nella capacità di aver previsto un’occasione simile e nell’averla colta appieno, esaltandola con inquadrature e tagli impeccabili. Il colore, dato dai lunghi tempi di esposizione e dalla nebbia, fa il resto.

Paesaggio Veneto-Franco G.

Claudio Leonardi – “Tributo”

La visione del paesaggio di Claudio Leonardi è più intimista. Egli fruga nella memoria per far rivivere quel tragico stravolgimento del territorio che fu il prodotto del primo conflitto mondiale. La pulizia formale e il rigore della costruzione contrastano con i richiami mentali a immagini ben più devastanti e atroci. Uno spiraglio di speranza si intravede solo nelle rare spruzzate di colore. Ma è cemento doveroso, giusto tributo alla memoria di chi ha combattuto per la salvezza della propria terra.

Paesaggio Veneto-Claudio L.

Stefano Magaraggia – “C’era una volta il Veneto”

L’autore ci immerge in un’atmosfera da disastro nucleare: le scelte tecniche come il bianco e nero esasperato, i tagli e gli angoli di ripresa quasi azzardati,  la strutturazione della foto come un set cinematografico abbandonato, i resti sporchi di una neve che fastidiosamente si scioglie, trasmettono tutta la tristezza e l’angoscia per un territorio che la memoria ricorda florido e sereno. Aleggia un cupo senso di solitudine ed assenza esasperante, accentuato dalla mancanza di qualsiasi traccia di vita; gli scivoli e le altalene abbandonate suscitano inquietanti domande sul futuro che stiamo costruendo per le generazioni a venire.

Paesaggio Veneto-Stefano M.

Gianluca Menti – “Inquinamento luminoso”

E’ l’autore dell’oscurità, gli piace fotografarla, gli piace immergervisi nel tentativo di recuperare forse una dimensione più solitaria e meno caotica della vita. E’ un ritrovare se stessi, percorrendo un cammino a ritroso dalla luce al buio delle origini che purtroppo, denuncia l’autore, non può più essere  totale, a causa dell’inquinamento luminoso di cui soffre il nostro territorio, soprattutto di pianura. Limite che diventa metafora della difficoltà di rimanere soli con se stessi, senza punti di riferimento, senza fari che condizionino il nostro orientamento.

Gli effetti della lunga esposizione creano ricami, geroglifici del nostro tempo difficili da decifrare.

Paesaggio Veneto-Gianluca M.

Pierangelo Slaviero – “Chi ama la montagna…”

Quella di Pierangelo Slaviero è la denuncia indignata e dolorosa di chi ama profondamente la montagna e soffre del poco rispetto che le viene riservato, forse più per ignoranza che per calcolo. Si percepisce il bisogno di catalogare lo scempio con dovizia di particolari perchè nessun dato vada perduto e la necessità di evidenziare situazioni che spesso sono sotto gli occhi di tutti, che lasciano indifferenti molti e che riescono a scandalizzare solo pochi. La scelta cromatico tonale non è casuale: quel viraggio che sembrerebbe voler dorare l’ambiente per metterne in risalto la bellezza, finisce di fatto per creare un’atmosfera soffocante e surreale, dove il giallo non è quello avvolgente, allegro e vitale della luce solare, ma quello indignato della denuncia.

Paesaggio Veneto-Pierangelo S.

Marco Visonà – “Verde pubblico?”

Il grande tributo che paghiamo in termini di cementificazione allo sviluppo delle nostre città, viene in qualche modo risarcito dalla programmazione di spazi verdi, spesso inseriti  in contesti urbanistici non propriamente  a misura d’uomo. Parchi minori, verde obbligatorio poco usufruibile e anzi spesso  vittima dell’incuria e dell’abbandono.  L’autore utilizza la desaturazione fino quasi al monocromatismo per ricreare l’atmosfera squallida e malinconica che vi si respira, mettendo in risalto, attraverso la non-presenza umana, il fallimento di una pianificazione urbanistica a cui forse si dovrebbe porre più attenzione.

Paesaggio Veneto-Marco V.