Mostra :Violate

Occhi e volti tumefatti, lividi e sangue, le braccia alzate in atteggiamento di difesa: sono le immagini più frequentemente utilizzate per rappresentare la violenza contro le donne.

Immagini come stereotipi comunicativi che indagano solo superficialmente un problema molto complesso, senza tentarne una seppur parziale interpretazione.

Immagini monotematiche che raccontano solo di violenza fisica e che, innescando un comprensibile processo di rimozione, non considerano che essa è spesso solo l’atto finale di un processo sociale e culturale che affonda le proprie radici in un passato molto lontano.

Immagini che occultano i colpevoli, con il rischio che lo sguardo collettivo sulla violenza riconosca solo le vittime e non gli autori.

“Violate” si propone di allontanarsi da questi modelli comunicativi, tentando di fornire della violenza una rappresentazione più  sottile e di uscire dalle convenzioni per coglierne le molteplici forme e sfaccettature culturali, sociali e psicologiche.

Anche le meno appariscenti e riconoscibili.

Tutto ciò per evitare il rischio che l’assuefazione ad una violenza troppo esibita esaurisca nella sua spettacolarizzazione ogni possibilità di comprensione, approfondimento e risoluzione del problema.

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Violate
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